Questo è il secondo di due articoli riguardanti l’approccio di lavoro energetico Reichiano. Entrambi gli scritti vogliono chiarire la differenza tra la prospettiva psicologica e quella orgonomico-funzionale. Il primo articolo, “Meaning and Expression”, delineava la concezione di Reich del funzionamento umano naturale, in contrapposizione all’orientamento psicologico che fa uso di significati e di interpretazioni nella comprensione del comportamento umano. Questo articolo rivisita da una prospettiva funzionale l’importanza della storia personale del paziente in relazione all’efficacia del processo terapeutico. Nel “Journal of Orgonomy”, Novembre 1986, il Dott. Myron Sharaf ha pubblicato un articolo sollevando la questione che “Reich, negli ultimi anni, ha de-enfatizzato il recupero terapeutico di esperienze e ricordi, sottolineando l’importanza di trattare direttamente le energie istintuali. In questo articolo presenterò l’argomentazione di Sharaf in favore dell’uso della storia personale e proverò a dimostrare che le sue riflessioni ed esempi non sostengono la sua posizione di ritenere essenziale la conoscenza storica dei contenuti. Concluderò suggerendo che l’intenzione di Reich non era di “rigettare” il materiale storico in favore di quello istintuale, ma piuttosto di proporre, alla luce delle sue scoperte, una re-interpretazione delle tecniche necessaria a riorganizzare le priorità, nello specifico riguardo all’utilizzo della storia personale. Inoltre, sosterrò che tale riorganizzazione di priorità è in linea con la posizione di Sharaf quando sostiene in questo articolo che “alla luce di un nuovo paradigma, le vecchie conoscenze vanno re-interpretate.”